P. Ibidem, 85 : « grandi occhi smarriti nel vuoto, denti lunghi in larghe bocche, nasi lunghissimi in visi senza guance

P. Ibidem, 12 : « umanità goffa e sofferente, sudicia e cenciosa, trasformata in branco di bestie ammucchiate

P. Ibidem, 118 : « si preparava un viso per rivedere suo figlio

L. Millu, Szafarisc lavora al Comando 9' era scritto in modo quasi illeggibile, e quelle parole valevano per Zina più di tutte le ricchezze della terra. Continuava a guardarle, leggerle e rileggerle con la tenera insistenza con cui le donne innamorate scrutano ogni piega della grafia, ogni aspetto della carta, quasi volendosi immedesimare con il mittente, p.99

P. Ibidem, 46 : « a chi affidati, nessuno lo sapeva; come nutriti

. Ibidem, « qualcosa era stato violentemente strappato all'istinto di maternità radicato alle fibre del loro essere, pp.46-47

L. Millu, 96 : « Vieni dalla tua mamma ! ? gridava Bruna con le braccia tese. ? Vieni dalla tua mamma, Pinin ! Corri ! Il ragazzo ebbe un attimo di esitazione. Ma la madre seguitò a chiamarlo, 30 Ibidem, p. 32 : « Se ritorniamo in Italia, ? mi disse una sera, mangiando tranquilla il suo pane ? vorrei un figlio, Me ne è morto uno piccolo piccolo... ? Era l'unica a non accorgersi a sera delle gambe gonfie per il lungo cammino, del pane acido che raspava la lingua

G. Tedeschi, 21 : « A tratti la boccuccia si staccava dal seno materno e due manine lo respingevano rabbiosamente. Il bimbo piangeva e la madre muta lasciava pendere scoperta la mammella esausta

P. Ibidem, 129 : « Lui voleva solo una culla coi fiocchi, i golfini usciti soffici dalle mani della mamma e della nonna, come hanno tutti i bimbi del mondo. Ma l'epoca dei miracoli è tramontata da un pezzo, Così pure la stella cometa, il bue e l'asinello

L. Millu, « il rito sanguinante della maternità, p.73

P. Ibidem, 68 : « [esce] come un'invocazione dolorosa

P. Ibidem, 114 : « Vous savez, mes filles, cosa vi dico ? ? diceva cantilenando Madame Robert. ? Vi dico che non moriremo. Siamo alla fine di ottobre, l'inverno è lungo, ma non moriremo, Gli occhi rotondi, le gambe magre e sottili, rassomigliava a una vecchia gallina spennacchiata

L. Millu, 53 : « La sorte era stata ironica con Adela : essa aveva potuto sopravvivere, si sarebbe trascinata avanti, tra pene e dolori, mentre le due giovani vite che rappresentavano tutto il suo bene sulla terra se ne erano andate prima di lei

G. Tedeschi, 29 : « Le compagne erano vinte dalla sua sensibile tenerezza, da quel dolore appassionato, ma presto cominciarono a provare una lieve irritazione. Volevano essere forti e resistere, loro, e nulla è più contagioso della tenerezza, dei ricordi, della commozione

G. Tedeschi, !. ». Basta, and O. , « come soffocata dall'atmosfera di tragica tradizione. ? Se queste greche non la finiscono questa sera

M. Massariello and A. , ] una dolce eco in tutti i cuori anche nei più induriti ed unisce anche qui in uno stesso sentimento di dolce malinconia e nostalgia profonda tutte le prigioniere ». 51 On lira à ce propos le témoignage des déportées italiennes présent dans « Donne prigioniere » in La vita offesa. Storia e memoria dei lager nazisti nei racconti di duecento sopravvissuti, pp.51-52, 1988.

S. Nezri-dufour, « La condition des déportées italiennes dans les camps de concentration nazis », Italies [En ligne], 3 | 1999, mis en ligne le 22 janvier 2010, consulté le 09 septembre 2016, 2448.