LA FIGURA DEL FANCIULLO NELL'OPERA DI D'ANNUNZIO, DI PASCOLI E DEI CREPUSCOLARI
Résumé
Il sentimento dell'infanzia, sempre più fortemente radicato nella produzione letteraria alla fine del Settecento e nel periodo romantico, si accompagna a un crescente interesse per i personaggi infantili da parte degli autori, che si tratti della propria infanzia o della creazione di piccoli protagonisti emblematici. Questo libro si occupa della dialettica tra le varie problematiche relative alla questione dell'infanzia e della rappresentazione del fanciullo (sino alla prima adolescenza) in un periodo critico, tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento. L'impostazione storico-tematica permette di delineare come il fanciullo viene evocato, prima da d'Annunzio (poeta e romanziere) e Pascoli (poeta e pedagogo), poi dalla generazione dei poeti crepuscolari (Gozzano, Corazzini, Palazzeschi, Moretti e molti altri), eredi dei due precedenti autori. Il volume ripercorre quindi l'opera dannunziana evidenziando i tipi di bambini e il significato della presenza infantile nelle novelle e in alcuni romanzi, passando poi ad analizzare l'età infantile dalle prime raccolte poetiche fino ad Alcyone. Per Pascoli, a partire dalle teorie formulate ne Il fanciullino, vengono prese in esame diverse liriche in cui si attua tale poetica, da Myricae alle figure più consistenti rintracciabili nei Poemetti e nei Poemi conviviali. Nell'estetica dei poeti crepuscolari si individua invece una nuova condizione del fanciullo letterario, che lo traghetta da " fanciullo poeta " a " poeta fanciullo ". Fra alcuni motivi ricorrenti emerge quello dell'infanzia intesa come rifugio mitico e repertorio di immagini, sicché riconoscere il proprio essere interiore primordiale diventa necessario all'operazione di scrittura nel Ventesimo secolo.