A. Banti, Il "caso" del Gattopardo, pp.187-195, 1961.

. Si-possono-citare-i-saggi-su-manzoni, come Ermengarda e Gertrude, in «Paragone», aprile 1954), l'articolo sul Gattopardo di Lampedusa (in Opinioni?, cit.), oppure la recensione del saggio di F. MOLFESE, Storia del brigantaggio dopo l'Unità, «Paragone», dicembre 1964, che evidenzia il deterioramento del clima sociale dopo l'Unità nel Mezzogiorno

, Alcuni elementi di natura biografica su Lopresti sono rintracciabili nell'opera di A

. Monaco, R. Quarantotto, and T. , Si veda anche il libro di memorie di un altro patriota meridionale, N. PA-LERMO, Raffinamento della tirannide borbonica, ossia I carcerati in Montefusco, Tipografia Adamo D'Andrea, vol.2, p.1863, 1932.

A. Banti and C. Noi-credevamo, , p.70

. Ivi, , p.129

. Ivi, , p.89

S. Castromediano and C. Carceri-e-galere-politiche?, , vol.I, p.351

A. L. Giannone, Il "più leale tra noi": la figura di Sigismondo Castromediano nel romanzo

A. Di, N. Banti, and . Credevamo, Studi sulla letteratura italiana dell'Otto-Novecento, «L'Idomeneo, vol.12, pp.63-82, 2010.

, Sulla figura storica del Duca di Cavallino, si consulti il ricco volume Sigismondo Castromediano. Il patriota, lo scrittore, il promotore di cultura, 2014.

G. Cfr, S. Gigli, and . Castromediano?, Lemerre, 1891) in visita a Cavallino, nel 1890: «Cavallino m'a permis de contempler comme une apparition des temps héroïques de l'Italie, incarnés tout entiers en un vieillard, le duc Sigismondo Castromediano, qui achève dans ce coin perdu du monde une existence de martyr dévouée tout entière à la délivrance de la patrie, epigrafe, si trova il ritratto del Duca scritto da Paul Bourget (Sensations d'Italie, p.9

A. Banti and C. Noi-credevamo?, Citamo anche quel che pensa il Duca di Mazzini: «fautore e complice di ogni inutile sacrificio, p.137

. Ivi, , p.88

». «[?]-quella and N. Palermo, Nel romanzo Domenico evoca per l'appunto la «modesta dignità» del Duca (A. BANTI, Noi credevamo?, cit, p.132

. Ivi, , p.120

, Fu eletto deputato per il collegio di Campi Salentina, il 27 gennaio 1860, p.1865

, Dopo l'esperienza politica torinese tornò a Cavallino e si dedicò per trent'anni a varie attività culturali, cfr. il volume Sigismondo Castromediano. Il patriota?, cit. Nel romanzo, Domenico evoca «la sua reclusione volontaria a Caballino» (A. BANTI, Noi credevamo?, cit, p.121

A. Banti and C. Noi-credevamo?, , p.244

, Il protagonista del romanzo ha scelto eroicamente -caparbiamente, come riconosce, senza pentirsi 74 -di rimanere fedele alle sue opinioni rivoluzionarie, vol.75

. Ivi, , p.45

. A. Cfr and . Giannone,

A. Banti and C. Noi-credevamo?, Si aggiunga che in realtà Castromediano cominciò ad avere l'idea di scrivere le sue memorie molto presto, rispetto al personaggio bantiano: «la ebbe appena mise piede nelle carceri di Lecce nel 1848, accusato di cospirazione antiborbonica, p.19

, «Noi credevamo can be read also as a statement af Banti's poetics: it elaborates the "birth to writing" as a means of exploring the interplay between the time of history and the time of the individual», P. CARÙ, Uno sguardo acuto dalla storia: Anna Banti's Historical Writings, Gendering Italian Fiction. Feminists Revisions of Italian History, p.98, 1999.

. «[?]-non-mi-pentivo, Poi ribadisce la sua colpa di «testardaggine repubblicana», ivi, p. 26. Domenico parla anche, a proposito di se stesso, p.19

. Ivi, , p.143

. Di-un, Anna Banti ha tentato di creare un'eco delle illusioni perdute del patriota anche nell'evocazione del suo rapporto con i membri della famiglia. Si è già notato che la moglie e i figli del protagonista fraintendono il suo rifiuto di eroismo e perfino provano compassione per chi, come lui, non ha potuto attuare gli ideali democratici e repubblicani. Lo osserva con amarezza Domenico a proposito del figlio, Luigi: «[?] ho l'impressione che piuttosto che ammirarmi mi compatisca per non aver giocato con maggior coraggio e fino in fondo tutte le mie carte, vol.87

, Accanto a questo senso di isolamento, forse all'origine di questo senso, sta l'odio per la città di residenza, che simboleggia i Savoia e rimanda pure l'immagine del suo proprio fallimento. Domenico odia Torino che vede come un nuovo carcere, volontario, perché dalla sua seconda liberazione dalla prigione non è potuto tornare in Calabria, essendo sua moglie, Marietta, piemontese. Numerose e significative sono le allusioni a questo sentimento di sconforto ed estraneità nel libro. Ecco qualche esempio: La verità è che nulla amo di Torino, non il suo ordine, non la sua mediocre civiltà piena di sussiego. Odio i suoi impiegatucci, vol.88

«. Noi-non-siamo-ben-visti-qui-a-torino, ci disprezzano perché siamo meridionali e perché [?] non siamo ricchi

. [?]-un-calabrese and . Malvisto, , p.89

, Yannick Gouchan, vol.64

. Ivi, , p.9

. Ivi, Domenico riconosce che non aveva mai voluto chiedere la grazia, diversamente dai compagni, e questo era la sua libertà, benché ritenesse se stesso, col senno di poi, «colpevole di una viltà peggiore e più sottile, p.143

. Ivi, , p.11

R. Ivi and . Pp, Questa insoddisfazione personale e questo forte senso di estraneità ideologica 90 , che convivono tuttavia con un sincero affetto per i familiari, corrispondono all'esperienza di un declino, non essendo più in grado di cambiare il paese. Alla fine del libro l'anziano stima, con la saggezza raggiunta, che lascerà il mondo come lo aveva trovato al momento della nascita, ossia «sordo e falso» 91 . Tra le riflessioni esistenziali sulla fine della vita e sul significato di essa, vol.15

, Al di là del legame famigliare con l'autrice e della sua funzione narrativa di patriota incarcerato, il personaggio di Domenico Lopresti incarna il rovescio meridionale della medaglia risorgimentale: Non credevo alla magnanimità dei piemontesi, ero certo che non si sarebbero affatto curati della miseria delle plebi del sud, che la distribuzione delle terre ai contadini era una pura utopia, p.92

L. Infatti and . Rapida-istituzione-delle-leggi, ex Regno delle Due Sicilie mostra che il governo italiano ha una politica a due velocità nella Penisola. Il fallimento del trionfo di una vera democrazia, simboleggiata dal tentativo di Garibaldi del 1862, e che costerà a Domenico un'ultima delusione 93 , desta nel narratore che scrive le sue memorie il tono dell'invettiva allegorica, perché, secondo lui, l'Italia, da «popputa matrona» è stata ridotta allo stato di «smunta schiava che aveva cambiato padrone

«. Sono-un-pessimista and . Detto,

. L'ottimismo-non-mi-È-congeniale, il pessimismo, invece, corroborante» 94 , confessa Domenico Lopresti, eroe che rifiuta di esserlo, tradito dalla realtà politica nazionale, che finisce, non a caso

, Lopresti is consistently represented as the ethnic other, as the barbarian Southener as opposed to the civilized Northener», afferma Norma Bouchard in Risorgimento as Fragmented Body Politics?, cit, p.127

. Ivi, , p.367

. Ivi, , p.147

, Al momento dell'impresa garibaldina, nel 1862, Lopresti si sentiva «eccitato come un ragazzo, p.276

. Ivi, , pp.88-173

, Ciò nonostante, la prima persona narrante che ha evocato con accoramento le vicende risorgimentali si risolve, alla fine, in un pronome collettivo che, oltre a dare il titolo al libro, allude al sentimento di estraneità fisica e mentale dal presente «lugubre» 96 , conferendo forse all'opera della Banti una valenza più esistenziale che politica. A dare adito a questa idea sono due passi, alle due estremità del romanzo: Le idee di cui mi ero lungamente esaltato, progresso del popolo, indipendenza, libertà si erano sciolte in un silenzio totale della mente e anche del cuore: persino l'odio del tiranno che mi aveva privato di ogni bene non scattava più, giro la propria vita 95

. Ma-io-non-conto, eravamo insieme, il carcere non bastava: la lotta dovevamo cominciarla quando ne uscimmo. Noi, dolce parola. Noi credevamo, p.97

, L'opera che l'anonimo ed estraneo Domenico, dimenticato dalla storia italiana, sta scrivendo, raccontando la propria vita, consente di dare una voce

E. Biagini and A. Banti, , 1978.

R. Bouchard and . As, Fragmented Body Politics: The Case of Anna Banti's Noi credevamo, Risorgimento in Modern Italian Culture (revisiting the Nineteenth Century in History, Narrative and Cinema), pp.117-132, 2005.

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. Ivi, , p.206

. Ivi, , p.366

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